La tavola centinata, nella cui lunetta è rappresentata la Trinità con angeli in adorazione, costituisce un ex voto per uno scampato naufragio. Al centro vi è la Vergine col Bambino tra san Giovanni Battista, nel tipico atto di indicare Gesù, e l’apostolo san Giacomo Maggiore; in basso, inginocchiato, il committente e, a sinistra, una nave in balìa delle onde, in procinto di schiantarsi contro la costa, dove sembra riconoscersi la cosiddetta rocchetta di Piombino.
Lo stile la collocherebbe nell’ambiente pittorico palermitano vicino ai modi di Vincenzo da Pavia.
L’iscrizione reca il nome del committente, Giacomo Galluppi, e documenta gli itinerari della nave qui rappresentata:
“Io Iacobo Galuppo de Lipari, partendome da Ligurno cho la mia nave per [viarmi a?] Napuli se mosse uno temporale che stra[cciò] tutte i vele et andai ad corere ala plaga di Var- de Piumbino et me recom[a]ndai a Nostra Domina et fui liberato di tale furtun[…]“.