Sala VI

La Sala VI è dedicata a Monsignor Francesco Arata, vescovo di Lipari dal 1663 al 1690, che tanto si dedicò al riordino degli archivi e a implementare la biblioteca dei Cappuccini a cui volle anche donare molti dei suoi volumi.

Le sculture e i dipinti esposti nella Sala offrono la possibilità di venire a contatto con le ulteriori devozioni presenti nelle Eolie, attestate tra l’altro dalle numerose cappelle e chiesette disseminate sul territorio, di antichissima fondazione.

Le statue in legno di San Leonardo e San Nicola vescovo, di fattura locale e ascrivibili al secolo XVIII, provengono, ad esempio, dalle omonime chiesette, particolarmente attive nel corso del ‘700. Notevole impulso al culto di San Leonardo fu dato dal vescovo Di Miceli, mentre ben più antico e diffuso è da considerarsi il culto di San Nicola, impiantato probabilmente da monaci greci come farebbe pensare il primitivo sacello a lui dedicato costruito su un tempietto pagano.

Sempre del XVIII secolo, o poco prima, sono le due sculture in marmo bianco raffiguranti l’Immacolata e la Madonna di Trapani, quest’ultima giunta quasi sicuramente attraverso i commerci via mare nell’ambito della pesca.

I due dipinti in cornici mistilinee e centinate fanno parte della serie di quadri commissionati per gli altari laterali della Chiesa dell’Immacolata, fatta edificare alla metà del settecento dall’omonima confraternita.

Ascrivibili alla seconda metà del XVIII secolo, di autore ignoto, essi rappresentano:

S. Francesco di Paola e S. Gaetano, il patrono della gente di mare e il santo della Provvidenza, il cui culto era già abbastanza diffuso come attestano altari e chiese loro dedicati;

L’Arcangelo Raffaele e Tobia, raffigurante il celebre episodio biblico.

La grande tela sulla parete di fondo, posta dentro una ricca cornice in legno intagliato e dipinto, rappresenta L’incoronazione della Vergine Maria tra i Santi Agatone (o Pietro Tommaso), Calogero, Bartolomeo e Antonio Abate.

L’opera, olio su tela del XVIII secolo, proviene dall’altare maggiore della chiesetta dell’Assunta o di Sant’Antonio abate, oggi in un vicolo dietro la piazza di Marina Corta, ma in origine – prima dell’espansione dell’abitato – direttamente affacciata sul mare. Un’altra chiesetta dedicata al santo abate si trovava all’interno della cinta muraria, prima di essere inglobata nella nuova chiesa dell’Addolorata tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700.

All’interno degli espositori si trovano una selezione di documenti provenienti dall’Archivio Storico della Diocesi di Lipari, che coprono un arco temporale che si estende dal ‘600 all’800.

Oltre all’interessante volume contenente i manoscritti delle prime Visite Pastorali condotte dai Vescovi di Lipari, degna di nota è la Pianta Geometrica de’ Fondi della Prebenda Vescovile di Lipari del 1839 circa, che rappresenta, in scala, i beni appartenenti alla Mensa Vescovile di Lipari e i fondi confinanti, permettendo di ricostruire come si presentava l’area del palazzo vescovile agli inizi dell’800.