Testimonianze storiche locali

G. La Rosa, Pyrologia Topostorigrafica dell’Isole di Lipari seu Lipari Sacro, 1783

 

Si contava l’anno 264: quando la mattina del 13 febbraio si scopersero in Lipari galleggiare sopra l’onde del mare cinque casse, una delle quali precedeva come principale le altre: già tutte si avvicinavano al lido, e propriamente dove si chiamava Porto di Genti […].

 

Il popolo che ciò scorgeva vi corse affollato, mosso dalla curiosità di vedere che cosa fusse: ed ecco che mira approdare a quel lido la indicata prima cassa di marmo e restava questa arenata su il lido; diedero l’altre quattro casse subito volta per la via del mare di Messina. Sorpresi tutti da una strana maraviglia non intendevano il Mistero, né capivano, come il gravoso marmo potesse mantenersi galleggiante su l’acque, ed ogn’uno averebbe voluto vedere che si racchiudesse in quell’arca prodigiosa: quando in questo mentre il Santo Vescovo Agatone vi accorse tutto anzante, e stracco dal sollecito camminare che avea fatto per ivi presto giungere, poiché già dal Cielo sù l’albori del mattino in sogno aveva avuto per mezzo di un Angelo la notizia del tutto; e significò al popolo di trovarsi ivi in quella cassa serrato un prezioso tesoro, cioè il sacro Corpo del Glorioso Apostolo S. Bartolomeo, mandato da Dio sino dall’Armenia Maggiore per arricchire la città di Lipari […].

Il Santo Prelato aperta la Cassa vi si trovò in essa il pretioso Corpo di San Bartolomeo; cangiossi in un istante la curiosità in tenerissima divozione e tutti prostati adorarono quelle Sacre Reliquie, non potendosi contenere di piangere per l’eccessiva allegrezza. Ma più d’ogni altro si risolveva in lacrime il Santo Vescovo Agatone, che genuflesso, non cessava di baciare quelle fredde membra, che con la loro freddura pareva che sempre maggiori fiamme di divozione e santo amore gl’accendessero nell’animo […].

Impose finalmente al clero che alzasse sugli umeri quella sacrate Spoglie e con giubilo ed inni di gioia le traportassero alla vicina sua Chiesa (della quale ora a tempi nostri, non vi resta che una piccola cappella misero avanzo del tempo e delle passate disgrazie di quest’Isola) […]. Il Santo Prelato Agatone, avendo situata la Cassa sopra l’altare della chiesa e sapendo egli bene che da Dio era stato costituito il glorioso Apostolo per protettore di Lipari, come già l’Angelo l’aveva rivelato, quando gli diede l’avviso dell’arrivo di suddette Sacre Reliquie, stimò bene a nome del popolo e della Città tosto allora all’improvviso tessergli una breve orazione panagirica in tributo d’ossequio e ringraziamento: “E qual felicità è la nostra, o glorioso Apostolo, che ti sei degnato di venire a questi nostri lidi, quasi porto di Salute a noi miseri agitati dal borrascoso mare di questo mondo? Oh che felicità è la nostra, mentre tu qual fiume del divino Paracleto ha i voluto entrare in questo nostro Mare e giungere sino a noi? Umilmente ti supplica quest’isola di Lipari a voler in essa e con essa felicemente dimorare. Tu sei, o Santissimo Bartolomeo, oro purissimo, dono pretiosissimo della Mano di Dio, colonna di luce, soave voce dell’aquila volante e suo dolcissimo Canto. Tu d’ogni bene il tesoro, con divoto cuore a te m’inchino, ti saluto ti venero o Bartolomeo splendore del gran tuono, che intorno questa mondiale rota sfavillasti con tanta chiarezza che sparì la notte delle tenebre e s’illuminarono le mente offuscate del gentilesimo. Vorrei pure diffondermi a tutto potere nelle tue lodi ma dalla moltitudine e grandezza delle tue prerogative sopraffatto rimango. Taccio dunque e sol ti supplico, o nostro Protettore benignissimo, a renderci placato Iddio e con ogni sollecitudine ottieni a noi tutti di essere ammessi alla partecipazione della Celeste gloria”.

 

P. Campis, Disegno Historico della Nobile e Fidelissima Città di Lipari, 1694

 

Riflettendo poi il religiosissimo Vescovo (Benedetto Jeraci) che nella sua diocesi non si facesse alcuna sollenne mentione di Santo Agatone primo vescovo di Lipari (tra quelli i quali s’ha notizia, essendosi la memoria dell’altri antecessori smarrita sì per l’ingiurie de’ tempi come de’ vari accidenti a’ quali soggiacque quella Città) si applicò con tutte le forze a ravvivare la gloriosa memoria del Vescovo tanto Santo. Onde ottenne prima dal Sommo Pontefice (Innocenzo X) facoltà di potersi ogn’anno celebrare nella Chiesa di Lipari la festa di S. Agatone nel giorno anniversario della sua morte, che sequì alli 27 giugno l’anno 313, come dicemmo a suo luoco, e poi stimolò la Città a celebrare in perpetuo sollenissima festa nel giorno sudetto con stabile giuramento, come appare per l’atti publici del Protonotario Apostolico e Canonico della Catedrale di Lipari Don Niccolò Arcondìa nella forma che segue:

 

“Alli 28 del mese di Giugno 1654 in Lipari.

Essendo bastantemente noto a tutti quelli che hanno notizia dell’istoria dei passati seocli a quali devastazioni e sciagure sia stata soggetta la Città di Lipari per causa delle guerre ed altri strani accidenti, non è maraviglia che tarda giunga a noi la notiia di quell’uomini Illustri che già vissero in quest’isola o che col sangue illustraronon la cristiana fede in quelli primi tempi. Essendo dunque cosa giusta e conveniente alla gloria di Dio, all’accrescimento della Christiana pietà ed a conciliarci la Misericordia, il far memoria di quei sant’Uomini che con la dottrina e sante operazioni coltivarono la santa fede quasi cadente nei tempi turbolentissimi delle persecuzioni e mantennero li nuovi germogli del ferventissimo Sangue di Gesù Christo Signor Nostro. Pertanto con ragione Ill.mo e Rev.mo Sig. D. Benedetto Iraci, Vescovo di questa nobile e fedelissima città di Lipari con il suo Rev.mo Capitolo e con tutto il clero e con li spettabili Alessandro Canale dottore dell’una e l’altra legge, Pietro Montonaro e Pietro Alconada giurati della medesima Nobile e Fidelissima Città, una con la maggior parte dei Patrizi e citttadini della Città predetta; avendo ricavato Santo Agatone uomo per dottrina e santità di vita illustre, essere stato il primo vescovo, il quale questa Chiesa fondata dall’Apostoli, governasse nell’anni del Signore 255 regnando Decio e Valeriano, fieri persecutori del nome cristiano, e di più circa quei tempi avere detto Santo Vescovo ricevuto alle spiagge di Lipari il Corpo del Santissimo Apostolo Bartolomeo, approdati per disposizione di Dio e per ministerio angelico. Radunati tutti in questa Chiesa cattedrale del medesimo S. Bartolomeo, con ogni affetto e divozione maggiore a nome dell’Università eleggono e ricevono per Patrono e Protettore perpetuo appresso Dio il Santo Vescovo Agatone, ed ottenuto dalla Santa Romana Chiesa il poterne celebrare la festa, promettono e con giuramento si obbligano festeggiarla solennemente in perpetuo nel giorno anniversario della sua morte.”