Sala V

La Sala V è dedicata a Monsignor Bonaventura Attanasio, vescovo di Lipari dal 1844 al 1858. In essa è possibile ammirare, nella sua sede originaria, il pavimento in maioliche siciliane fatto realizzare dallo stesso vescovo nella sua opera di rinnovamento strutturale del Palazzo, iniziata poco dopo il suo arrivo a Lipari.

Lo stemma del presule campeggia, pertanto, al centro della stanza, su uno scudo in pietra posto sull’arco di accesso alla Cappellina privata ed è riprodotto anche sulla singolare portantina vescovile, opera di artigianato siciliano, utilizzata per gli spostamenti verso la Cattedrale.

All’interno delle due grandi vetrine presenti nella sala, sono esposti una serie di paramenti appartenuti ad alcuni vescovi del luogo e utilizzati durante le funzioni liturgiche.

In particolare, nella prima vetrina:
una pianeta appartenuta a Mons. Angelo Paino, vescovo di Lipari dal 1909 al 1921 e in seguito Arcivescovo di Messina fino al 1963; il prezioso manufatto, ricamato a filo d’oro su rete d’oro, proviene dalla chiesa di Maria SS. Addolorata in Santa Marina Salina, parrocchia di origine dell’energico prelato, da cui proviene anche il suo anello vescovile, in oro con ametista. Un altro oggetto appartenuto allo stesso Mons. Paino è il calice in oro del 1934, donatogli dalla Diocesi di Lipari nel 25° anniversario del suo episcopato e che egli volle lasciare in eredità alla stessa Diocesi;

un piviale del secolo XVIII in seta e ricami policromi, con eleganti ricami floreali e vegetali, e una pregevole pianeta “mariana” del XVII-XVIII secolo, in seta, filigrana e ricami policromi, provenienti dalla Chiesa dell’Immacolata al Castello;

una pianeta rossa appartenuta a Mons. Girolamo Ventimiglia, degli inizi del XVIII secolo, in seta rossa e ricami policromi, recante sul retro lo stemma dello stesso vescovo che resse la diocesi dal 1694 al 1705. Famoso oratore, caritatevole e intraprendente, si dedicò anche al restauro della Cattedrale di cui fece affrescare la volta con i dipinti che si possono ancor oggi ammirare;

una pianeta verde appartenuta a Mons. Nicolò Maria Tedeschi, in seta damascata, con motivi architettonici e naturalistici esotici, riconducibile per l’estrosità del disegno al genere “bizarre” che si impose durante il primo trentennio del ‘700. Il parato reca sul retro lo stemma di Mons. Tedeschi, vescovo di Lipari dal 1710 al 1722, celebre per essere stato uno dei protagonisti della Controversia Liparitana; nata da una circostanza apparentemente banale, la Controversia fece emergere i problemi di giurisdizione esistenti tra Santa Sede e Regia Monarchia di Palermo, che arrivarono a contrapporsi apertamente con gravi ricadute per le circoscrizioni ecclesiastiche siciliane.

Nella seconda vetrina:
una mitria gemmata appartenuta a Mons. Bernardino Salvatore Re, vescovo di Lipari dal 1928 al 1963, in seta bianca, ricami in oro e pietre colorate. Sulle infule vi è ricamato lo stemma del vescovo, cappuccino di origini palermitane, che si distinse per lo zelo pastorale e il governo illuminato;

due piviali bianchi con ricami in oro, del XVIII secolo, provenienti dalla chiesa della Madonna delle Grazie e dalla chiesa dell’Immacolata al Castello;

una mitria dorata, con stemma vescovile sulle infule, in seta laminata in oro e paillette, proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari.

I ritratti presenti sulle pareti della sala, realizzati a olio su tela e provenienti dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari, ritraggono alcuni vescovi dell’800:

 

Monsignor Antonio Riggio, vescovo di Lipari dal 1804 al 1806, firmato da Carlo Minaldi, pittore attivo nel messinese agli inizi del secolo.

 

Monsignor Giovanni Portelli, vescovo di Lipari dal 1831 al 1838, originario dell’isola stessa. 


Monsignor Ludovico Ideo
, vescovo di Lipari dal 1858 al 1880, che istituì un legato per la costruzione di una nuova Cattedrale, poi utilizzato per la realizzazione della grande scalinata agli inizi del ‘900.