Vetrina 2

(Sala degli argenti)

Nella vetrina sono contenuti:

OSTENSORIO DI MONS. CANDIDO

Manufatto, del sec. XVII, con punzone dell’argentiere messinese Console Santo Casella (1635)
OSTENSORIO DI MONS. CANDIDO
Proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari.

L’opera, appartenente alla tipologia dell’ostensorio raggiato a sole, è di gusto tardo barocco come testimoniato dal morbido rilievo delle teste dei cherubini accostato alla sottile “interpretazione” dei raggi. 

Sul piede, decorato a cesello con motivi fitomorfi, è riconoscibile lo stemma vescovile di Mons. Giuseppe Candido (Vescovo di Lipari dal 1627 al 1644): uno scudo tripartito con onde marine, un giglio e tre stelle.


Manufatto della seconda metà sec. XVII
TURIBOLO
Proveniente dalla chiesa della Madonna delle Grazie al Castello di Lipari prima dell’ampliamento degli inizi del ‘700.

In argento sbalzato, cesellato e lavorato a traforo, reca il punzone dell’argentiere messinese Pietro Provenzano. Su uno dei piccoli medaglioni della coppa baccellata è visibile una fine incisione che riproduce l’effige della Vergine con il Bambino.

Manufatto della seconda metà sec. XVII 
TURIBOLO
Proveniente dalla chiesa della Madonna delle Grazie al Castello di Lipari prima dell’ampliamento degli inizi del ‘700.

Manufatto del sec XVIII opera dell’argentiere palermitano Agostino Natoli, attivo tra il 1760 e il 1791, cm. 50x23
COPRIMESSALE IN ARGENTO CON STEMMA DI MONS. DE FRANCISCO

Manufatto del sec XVIII opera dell’argentiere palermitano Agostino Natoli, attivo tra il 1760 e il 1791, cm. 50×23
COPRIMESSALE IN ARGENTO CON STEMMA DI MONS. DE FRANCISCO
Proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari

Sulle due facce dell’opera in argento sbalzato, oltre allo stemma di Mons. Vincenzo M. De Francisco, vescovo di Lipari dal 1753 al 1769, sono presenti all’interno dei due medaglioni centrali il Martirio di San Bartolomeo e il Santo vescovo Agatone dormiente che riceve dall’angelo l’annuncio dell’arrivo del corpo di S. Bartolomeo.
L’alto numero di legature per libri e leggii recanti il punzone di Agostino Natoli, attualmente in uso per le sacre liturgie che si svolgono nella Cattedrale di Lipari lasciano supporre che l’artigiano si fosse specializzato in questa tipologia di manufatti.


Manufatto del XVIII secolo, opera di un argentiere palermitano
MAZZA CAPITOLARE
Proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari

L’opera, che reca un punzone utilizzato dal 1715 al 1825, presenta sulla sommità una piccola statua in argento di San Bartolomeo, in atto di brandire il coltello e con la propria pelle raccolta attorno al braccio. Essa veniva portata processionalmente dal Capitolo dei Canonici durante le funzioni religiose e riporta lo stemma di Mons. Vincenzo M. de Francisco che volle realizzarla a beneficio del Canonici.

Manufatto del XVIII secolo, opera di un argentiere palermitano
MAZZA CAPITOLARE
Proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari

Manufatto del XIX sec, opera di un argentiere palermitano, datato 1857
PISSIDE

Manufatto del XIX sec, opera di un argentiere palermitano, datato 1857
PISSIDE
Proveniente dalla chiesa di San Pietro di Lipari

La base mistilinea con un doppio gradino è costituita da un susseguirsi spiraliforme di elementi naturalistici e geometrici. Il fusto, con nodo naturalistico, termina con un motivo a corolla mentre il sottocoppa riprende i motivi ornamentali sbalzati della base e del piede. Il coperchio è costituito da una piccola cornice bombata, decorata a motivi geometrici, e da un cupolino sormontato da un globo e una croce dorata.Sulla basereca un’iscrizione: a memoria perpetua del Can. Antonio Megna in Maggio 1857


Manufatto del XVIII sec. riconducibile all’argentiere Bartolomeo Bartolotta
CALICE
Proveniente dalla chiesa dell’Immacolata di Lipari.

In argento sbalzato, cesellato e inciso, il calice è opera di una bottega catanese, datato 1756 e punzonato con le iniziali B.B. riconducibili a Bartolomeo Bartolotta.

Presenta alla base un giro d’appoggio con motivo decorativo a foglia sfrangiata e motivi curvilinei a nastro con teste di cherubini. Nel grande nodo, al centro del fusto, è raffigurata una testa di cherubino tra due volute sopra un motivo di conchiglia. Nel sottocoppa ritornano teste di cherubini con grandi ali.

Il calice di buona qualità è realizzato con maestria tecnica nel morbido rilievo barocco delle teste e delle ali dei cherubini e nei delicati motivi decorativi fitomorfi.

Manufatto del XVIII sec. riconducibile all’argentiere Bartolomeo Bartolotta, 
CALICE

Manufatto del XVII sec. opera dell’argentiere messinese Pietro Juvarra, console della congregazione degli argentieri nel 1675
CALICE

Manufatto del XVII sec. opera dell’argentiere messinese Pietro Juvarra, console della congregazione degli argentieri nel 1675
CALICE
Proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari

Il calice seicentesco di semplice fattura è punzonato con le iniziali Piet (PET IVA) Pietro Juvarra molto danneggiate che troviamo per la prima volta nel 1660.

Vetrina 2
(Sala degli argenti)