(Sala dei paramenti)
Nella vetrina sono contenuti:
Sec. XX (inizi)
Pianeta dorata di Mons. Paino
ricamo in filo d’oro su rete d’oro, stemma di Mons. Angelo Paino (vescovo di Lipari dal 1909 al 1921). Proviene dalla Parrocchia di Maria SS. Addolorata in S. Marina Salina, paese di cui era originario il presule.
Sec. XX (inizi)
Anello Pastorale di Mons. Angelo Paino
oro con ametista – proveniente dalla Parrocchia Maria SS. Addolorata in S. Marina Salina
1934
Calice in oro
dono della Diocesi di Lipari a Mons. Angelo Paino nel 25° anniversario di Episcopato.
Sulla base in rilievo: Stemma di Mons. Angelo Paino, la Madonna della Lettera, San Bartolomeo apostolo – proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari
Mons. Angelo Paino, di ingegno poderoso e di cuore amorevole, rivendicò – senza ottenere risultati positivi – la proprietà della mensa vescovile sui terreni pomiciferi, rifacendosi alla donazione del Conte Ruggero. Convenuto in giudizio con il sindaco di Lipari venne osteggiato dalla classe politica liparese di estrazione massonica e nel 1913, forse anche a motivo del clima di tensione che si era creato, ritenne opportuno allontanarsi da Lipari. Nel 1923 fu nominato Arcivescovo di Messina, ove ricostruì per ben due volte la Città e la magnifica Cattedrale, dotandola della torre campanaria, con il suo orologio astronomico animato, e del grandioso organo tra i più grandi d’Europa.
Sec. XVIII (fine)
Piviale Bianco
seta e ricami policromi , con delicate ramificazioni fiorite e arbusti di vario genere – proveniente dalla chiesa dell’Immacolata di Lipari
Sec. XVII-XVIII
Pianeta “mariana”
seta, filigrana e ricami policromi – proveniente dalla Chiesa dell’Immacolata di Lipari
Sec. XVIII (inizi)
Pianeta rossa di Mons. Ventimiglia
seta rossa e ricami policromi, stemma di Mons. Girolamo Ventimiglia (vescovo di Lipari dal 1695 al 1705) – proveniente dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari
Mons. Ventimiglia, dell’ordine dei teatini, fu un vescovo che seppe unire carità cristiana e progetti ambiziosi di sviluppo. Di nobili origini palermitane, per le sue doti oratorie, era famoso a Roma e in molte corti europee, tanto da essere stato nominato “regio predicatore” da Filippo IV. Alla morte di papa Innocenzo XII, nel 1700, trovandosi a Roma, fu chiamato a tenere l’orazione ai Cardinali riuniti in Conclave per l’elezione del nuovo Pontefice. Giunto a Lipari si dedicò oltremodo al restauro e all’abbellimento della Cattedrale, facendo realizzare gli affreschi della volta e il monumentale altare maggiore. Il 20 marzo del 1700 pose anche la prima pietra della nuova Chiesa barocca della Madonna delle Grazie al Castello, ultimata nel 1708.
Manifattura messinese, Sec. XVIII (primo quarto)
Pianeta verde di Mons. Tedeschi
seta damascata, argento, stemma di Mons. Nicolò Maria Tedeschi (vescovo di Lipari dal 1710 al 1722) – dalla sagrestia della Cattedrale di Lipari
Monsignor Nicolò Maria Tedeschi è famoso per essere stato uno dei protagonisti della Controversia Liparitana. La pianeta presenta una fantasiosa successione di motivi architettonici e naturalistici con elementi tipici dell’Estremo Oriente. Il tessuto della pianeta si inserisce per l’originalità e l’estrosità del disegno nel genere “bizarre” che si impose durante il primo trentennio del ‘700 nei più importanti centri di produzione tessile d’Europa. Al fascino mondano di questi tessuti si adeguò immediatamente pure il clero anche se la durata del gusto “bizarre” in Italia fu relativamente breve. Il nostro tessuto apparterrebbe alla fase “esotica”, che privilegiava motivi vagamente architettonici con impostazione fantastica, e sarebbe stato realizzato non oltre il primo decennio del ‘700, rappresentando un puro esempio di “chinoiserie”, piuttosto raro in rapporto alla ricca messe di tessuti più genericamente “bizarre” riscontrabili nel messinese.