La grande tela settecentesca, che in origine trovava posto su uno degli altari laterali della chiesa di S. Giuseppe a Lipari, ritrae insieme alcuni santi di diverse epoche eletti dai Liparesi quali patroni delle Isole Eolie: Bartolomeo, Agatone e Calogero; ad essi la popolazione è ancor oggi particolarmente devota, considerandoli speciali protettori e intercessori.
In tale ruolo sono qui rappresentati, assieme alla Vergine, mentre si rivolgono alla Trinità, che occupa la parte sommitale del quadro. Cristo, in alto a sinistra, è infatti rappresentato in procinto di scagliare le saette che tiene tra le mani – simbolo delle calamità che spesso venivano considerate divini castighi (come ad esempio i terremoti frequenti in quel periodo) – contro la città di Lipari. La città, è collocata al centro della composizione in basso e riconoscibile per l’Acropoli e l’abitato della zona di Marina Corta con lo svettante campanile della chiesa di San Giuseppe.
A intercedere perché Lipari venga risparmiata è la Vergine, in primo piano, con l’apostolo San Bartolomeo che sembra offrire in pegno la sua stessa pelle.
A tale accorata supplica si uniscono, a destra, S. Agatone, in piedi con mitria e pastorale, che la tradizione vuole essere il primo vescovo di Lipari, e il santo eremita Calogero, in ginocchio, a cui la tradizione attribuisce la riscoperta dei bagni termali nell’omonima contrada, con accanto la cerva inviatagli da Dio stesso per nutrirlo negli ultimi anni della sua vita.