S. Onofrio

La tela, dipinta da Giovanni Barbera per l’altare dedicato a S. Onofrio nella Chiesa della Purificazione o di S. Maria dei Bianchi (oggi non più esistente), venne trasferita nel 1811, su disposizione del vescovo Todaro, nella chiesa dell’Addolorata al Castello.

La figura del Santo eremita, vestito di pelli e fogliame, e coperto dalla sua stessa barba e dai lunghi capelli, è ritratta in preghiera accanto ad una roccia sopra la quale sono presenti un teschio, un libro, una croce, un rosario e dei flagelli. La presenza delle insegne regali poste in basso a sinistra e della cerva sullo sfondo fanno riferimento ad alcuni particolari della Vita del santo narrata dal monaco egiziano del V secolo Pafnuzio: Onofrio sarebbe stato, infatti, di nobili origini, rifiutate per abbracciare la vita eremitica, e nutrito da una cerva.

La devozione al Santo trae origine molto probabilmente dalla presenza nell’Arcipelago, tra VI e IX secolo, di monaci eremiti, attestati sicuramente a Lipari e Salina.

Nella frazione di Pollara, ad esempio, dove il Santo è rappresentato secondo lo stesso modello iconografico nella pala dell’altare maggiore della chiesa insieme a san Bartolomeo e all’Immacolata, esiste una grotta con dipinti rupestri detta volgarmente di “Sant’Onofrio” che conserva la memoria di qualche eremita.

Allo stesso autore di questo quadro, che risulta abbastanza prolifico nel territorio eoliano, si può ascrivere anche una Sacra Famiglia con San Bartolomeo della chiesa del Rosario al Pozzo di Lipari.

Particolare
Particolare
Giovanni Barbera, 1743
S. Onofrio
Olio su tela – proveniente dalla sagrestia della chiesa dell’Addolorata di Lipari