La grande tela degli inizi del XVIII secolo, situata su uno degli altari laterali della Cattedrale prima del loro totale rifacimento di fine settecento, ritrae un episodio chiave della storia religiosa delle Eolie, tramandato dalla tradizione locale e attestato anche da fonti esterne (Gregorio di Tours, Teodoro Studita): il miracoloso arrivo a Lipari del corpo di San Bartolomeo, uno dei dodici apostoli di Gesù.
Agatone, vissuto nel III secolo, al tempo della persecuzione di Valeriano, pare fosse il primo vescovo di Lipari: attorno a lui dovette dunque raccogliersi la prima comunità cristiana dell’Isola, il cui quartier generale era, quasi sicuramente, nella zona della Maddalena, lontano dall’acropoli ancora pagana.
Nonostante attorno alla figura di S. Agatone persistano incertezze storiche e una serie di racconti leggendari, secondo un’antichissima tradizione il giorno 13 del mese di febbraio dell’anno 264 d.C., egli accolse sulla spiaggia di Portinente, a seguito di una visione o di un sogno che gliene preannunciava l’arrivo, le spoglie dell’Apostolo Bartolomeo, giunte miracolosamente in una cassa, navigando attraverso il mare dai lontani lidi orientali.
Di questo evento la tela propone non già l’evento principale, l’arrivo del corpo, quanto piuttosto il momento precedente, più contemplativo, che lo anticipa.
La possente figura di S. Agatone, colto dal sonno con il libro scivolato a terra, riceve miracolosamente la notizia del prodigio da un angelo in volo che, scuotendolo, indica con un gesto un punto al di là dell’elegante balconata, dove angeli e puttini accompagnano il sarcofago dell’Apostolo che galleggia sulle acque.
Una particolare attenzione merita la tunichetta di cui è rivestito l’angelo, a motivi floreali e dai colori vivaci che sembrano voler alludere alla primavera come rinascita spirituale.
