L’area archeologica

Il Palazzo vescovile sorge in un’area particolarmente interessante anche dal punto di vista archeologico. Nell’area ‘Contrada Diana’ si sommano a partire dal Neolitico zone abitative, strade, aree di riunione e pubbliche, strutture termali e apparati difensivi, nonché una rete di canalizzazioni e una vasta zona di necropoli: tombe isolate, recinti e ipogei familiari o di corporazioni. Che qui vi fossero monumenti ed edifici privati e pubblici con decorazioni di diversa natura, quali peristili con colonne e capitelli o ambienti con fregi e decorazioni parietali, lo lasciano presumere i rinvenimenti di sculture e di elementi architettonici che si concentrano in questa zona e non trovano eguali a Lipari.

L’insediamento più antico, al centro della pianura, è stato datato al 4500 a.C. circa, periodo in cui l’isola – che registra contemporaneamente insediamenti anche sulla rocca – doveva essere ambita a motivo della presenza dell’ossidiana.
Della fine del IV sec. a.C. sono invece le mura costruite con blocchi di pietra di notevoli dimensioni. Della bellissima cortina muraria, nella pianura, sono stati messi in luce quattro spezzoni per una lunghezza di 235 m.
Altro elemento nettamente identificato è un muro privo di paramento che evidenzia un’estrema sommarietà costruttiva e che si pensa edificato per fronteggiare un attacco sferrato a Lipari durante gli scontri fra Ottaviano e Sesto Pompeo (38 a.C. ca.).

Dell’espansione della città romana che investe anche l’area a ridosso delle mura restano tra i reparti meglio conservati due insule. Ulteriori trasformazioni dell’area di ‘Contrada di Diana’ sono attribuite al IV sec. d.C.; secolo in cui risulta evidente l’occupazione degli spazi antistanti le mura con la costruzione di nuovi edifici.

A nord del parco, lungo il viale di accesso al palazzo vescovile, è incluso un complesso termale a carattere pubblico con mosaici pavimentali, databile all’età imperiale romana (II-III sec. d.C.). Tale monumento era già visibile nel 1830, come attestano alcune testimonianze di illustri visitatori.

Alcuni luoghi di culto, oltre alle aree cimiteriali, si dispongono all’esterno delle mura. Due strutture in muratura fanno ipotizzare un santuario suburbano che completerebbe verso nord una fascia di strutture connesse al sacro e ancora più a sud un luogo di culto documentato per l’età classica ed ellenistica.

Nei lavori di risistemazione del piano terra del palazzo vescovile sono stati rinvenuti degli ambienti ipogei e una serie di reperti archeologici trasferiti al Museo Archeologico di Lipari (vasellame, uno scorcio di mosaico pavimentale, strutture in pietra). Circa la definizione di tali ambienti non vi sono particolari certezze ma, come suggeriscono i rinvenimenti della zona circostante, non è da escludere che si tratti di strutture connesse con la vasta area cimiteriale greco-romana.