(Vescovo di Lipari dal 1778 al 1789)
Il vescovo è ritratto seduto con la mano sinistra poggiata su una grande Bibbia, dietro alla quale è possibile scorgere le insegne episcopali. Nell’iscrizione in basso viene anche ricordata la sua morte improvvisa giunta a seguito di un’apoplessia che lo colpì mentre “spezzava il pane della Parola alle sue pecore” durante il Pontificale del 13 febbraio 1789.
Mons. Coppola, di origini palermitane, fu un personaggio di grande carisma e ricco di interessi. Oltre a dedicarsi alla formazione del clero, vista la “deplorevole situazione delle donzelle”, investì parecchio per l’educazione morale delle fanciulle, facendo venire dalla Sicilia delle maestre che dovevano insegnare “il timor di Dio, la sensibilità per i buoni costumi, il Catechismo e i lavori donneschi”. Sempre in tale direzione, una grande opera a cui mise mano fu la costruzione di un magnifico edificio, vicino al Palazzo vescovile nel borgo, dedicato alle orfane, alle educande e a quelle che volontariamente “vogliono ritirarsi dal cattivo costume”. Un altro edificio che Coppola realizzò fu l’ospedale femminile dell’Annunziata, che riprendeva il nome del piccolo ospedale al Castello, ormai insufficiente e malandato.
Favorì con numerosi interventi anche lo sviluppo dell’agricoltura e per ovviare al problema della carenza d’acqua, attese alla costruzione di tre ampie cisterne: due davanti alla gran porta del Palazzo vescovile e l’altra innanzi alla Chiesa del Rosario.
Del programma sociale di questo vescovo fece parte anche la cultura e così, nel 1782, trasferì nel recinto del Palazzo vescovile il Seminario delle Lettere che volle aperto al pubblico, così come la sua biblioteca. Creò inoltre un antiquarium dove raccolse diversi reperti archeologici che aveva trovato negli scavi fatti per realizzare le aule del Seminario delle Lettere. La sua attenzione si rivolse ovviamente anche al restauro delle chiese; nella Cattedrale, in particolare, diede gli ultimi ritocchi dopo i lavori di ampliamento, facendo realizzare anche le grandi pale degli altari laterali, che tutt’oggi esistono, dal pittore palermitano Antonio Mercurio.
Raccolse l’apprezzamento di Lazzaro Spallanzani che ebbe modo di conoscerlo durante il suo viaggio alle Eolie.